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Connessione satellitare, telefonica, radiomobile……..di rete, su varietà differenziabile….

I collegamenti fra cose, atti, persone e persino le menti, sono diventati sempre più fitti e poco fisici, generando sviluppi particolari e generali attraverso un’evoluzione che sta superando la dimensione della connessione stessa.

L’abbattimento delle distanze e la diffusione dell’informatica hanno accelerato i cambiamenti nelle connessioni in questi ultimi decenni, caratterizzando il mondo intero, circuitando connessione e cambiamento. Come naturale conseguenza, a partire dalla nostra quotidianità, si è coinvolti in un processo che ci sprona a trovare soluzioni diverse alle situazioni complesse, tenendo conto di molte più variabili che potrebbero derivare da effetti nel breve e lungo periodo.

 

Si tratta di una rivoluzione?

Si nell’accezione in cui parliamo di un fenomeno che ormai si erge a “modello”. E sulla base di questo modello stiamo accelerando la modernizzazione verso nuovi orizzonti di competitività, con una quantità di innovazione proporzionale all’impegno. Sta accadendo con la “digital transformation everywhere”, con progetti a tutto “SMART” e a tutto “DATA” …..

 

Ma cosa sta accadendo di preciso?

Abbiamo scoperto che abbiamo a disposizione strumenti innovativi che, combinati opportunamente creano valore, favorendo processi sostenibili che potrebbero ricalibrare l’economia, creare lavoro e cambiare il modo di lavorare, spingere le imprese a cogliere nuove opportunità e perché no, se funzionasse davvero, rendere tutti partecipi del cambiamento.

Proviamo a fare un po’ il punto…..

 

PA e piattaforme – via al digitale

Il Commissario Straordinario del Governo propone il metodo e la cultura dell’Agile development che si basa su un approccio meno strutturato e più focalizzato sull’obiettivo, con pianificazione adattativa. Insomma il metodo dei piccoli gruppi di lavoro che affrontano problemi complessi grazie all’auto-organizzazione e fasi parallele, applicato al software, diventando un modello standard fino a cambiare l’organizzazione stessa delle imprese. Bisogna integrarlo nella PA Italiana (come si fara?), ma se funziona avvia un processo di sviluppo che coinvolgerà tutto il paese. Staremo a vedere.

 

IoT & BIG/SMALL data

Attualmente solo l’1% dei dati movimentati viene utilizzato dal mercato (fonte Mckensey). Con alcuni esempi di recente tecnologia, i dati si usano però: i sensori con Bluetooth, i Bluetooth Low Energy dei IBeacon di Apple, l’identificazione a radiofrequenza (RFID), vengono sfruttati per la gestione delle scorte e le analisi video in tempo reale dei movimenti dei consumatori, allo scopo di scoprire le zone “più trafficate” e il flusso. Gli OTT in generale ne fanno buon uso.

Nelle aziende cosa accade? Le aziende devono affrontare la velocità del cambiamento di questa complessità. In generale hanno sviluppato la capacità di trasformare dati in valore economico, ma forse a livello “SMAll”e in maniera non definitivamente strutturata, magari più adeguata a rispondere ad emergenze commerciali. Si tratta di colmare un gap generazionale sfruttando strumenti innovativi, procedendo verso uno standard dei processi che consentano di usufruire in modo veloce ed efficace di informazioni potenzialmente utili a comprendere il business e a sviluppare revenue. Ciò richiede investimenti, attitudine al cambiamento, e coinvolge tutte le strutture aziendali che in ogni caso richiedono la realizzazione di una nuova vision gestionale. Occorre riflettere in maniera sistemica su tutto il sistema da revisionare con partecipazione attiva e consapevolezza di tutti gli attori coinvolti.

 

Education

Università, Scuole e Famiglie sono al passo? In ogni caso gli alunni/figli si. In generale sfruttano tutto quanto in loro possesso per una sorta di “self-made education”. Occorre un controllo super partes? C’è in ogni caso? Certo è che le nuove tecnologie hanno velocizzato tutti i processi legati all’alfabetizzazione ed all’apprendimento, abbattendo le barriere e gli ostacoli alla conoscenza.

D’altro canto però, a titolo esemplificativo, restano ancora alte le frontiere sull’amore per la lettura su carta . Il mito non lo abbiamo ancora sostituito. Stando allo studio del Pew Research Centernon sembra essere aumentato negli ultimi anni il numero dei lettori digitali.

 

Sicurezza

In questo ambito è sempre tutto più difficile. Per ottenere un elevato livello di consapevolezza, occorre stressare l’attenzione  sui limiti degli strumenti per garantire la security e contestualmente bisognerebbe favorire la crescita di responsabilizzazione dei singoli users.

 

Conclusioni

  • Più che benefici ora si sollecitano cambiamenti a 360° per l’intera società, per una vita apparentemente più sostenibile.
  • Processi agili che cambieranno la PA, dovrebbero ampliare e migliorare l’offerta di servizi ai cittadini attraverso un nuovo processo che li vedrebbe attori autonomi non passivi.
  • Le aziende in ottica “digitalizzante”, devono integrare competenze e ruoli delle persone, che rappresentano il detonatore più potente.
  • Aiutiamo i più giovani a maturare consapevolezza sui benefici e sulle insidie dei nuovi strumenti di comunicazione e sui limiti del Knowledge fai da te.
  • Tutti siamo partecipi di un cambiamento…..massima apertura …è consentito anche sbagliare perché l’innovazione in quanto tale, porta in conto errori attraverso i quali alla fine si avanza efficacemente.

Redazione

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